Parma e la sua provincia sono posti grandiosi e strani.
La loro natura è duplice, il loro carattere è composito.
Siamo di origine contadina, ma abbiamo un cuore ducale.
I nostri piatti nascono poveri, ma hanno la preziosità della materia prima che li rende unici.
Ancora e soprattutto, il nostro vino, semplice da gustare e da abbinare, nasconde un’anima complessa, profonda e ricca di profumo, sapore e storia.

E così come quei tratti caratteristici, quel cibo, e il nostro vino, così anche Giuseppe Verdi è figlio di questa terra.
Per questo noi abbiamo scelto lui, da più di vent’anni, per rappresentarci. Il marchio Terre Verdiane non è messo a caso, ma come tutte le cose che facciamo è fortemente voluto, sentito e amato. Veniamo dalle stesse campagne in cui a pochi chilometri da qui, precisamente a Roncole di Busseto, nel 1813 è nato Giuseppe.

Che prima di essere l’incredibile compositore dal meraviglioso talento che tutti conosciamo, è stato un grande uomo.
E il suo famoso carattere burbero e indomito, la sua forza di volontà, la sensibilità e la grandezza d’animo, tratti caratteristici suoi ma anche della nostra gente, noi li ritroviamo in ciò che portiamo avanti ogni giorno, nel nostro lavoro, nella nostra crescita, e nello spirito brillante del nostro Lambrusco.
Vino allegro, emozionale, pratico, conviviale ma anche forte, unico, e dal profondo carattere. Ed ecco perché nel nostro Lambrusco, in ogni sorso, ritroviamo tanto di lui, tanto di noi.
Nessuna parola migliore a questo proposito se non quelle di Curzio Malaparte, che in Lambrusco e Libertà coglieva perfettamente come l’essenza del Lambrusco e la vibrante vitalità dell’opera di Verdi avessero la loro splendida origine comune proprio nei luoghi che li hanno visti nascere:
«La musica di Giuseppe Verdi è colma di Lambrusco fino all’orlo. In tutta la Chartreuse de Parme di Stendhal scorre una vermiglia, frizzante vena di Lambrusco. […] Che cosa è dunque se non il Lambrusco, che dà al popolo di Parma, e a tutti i popoli dell’Appennino emiliano, quell’aria accesa, spavalda, sincera, quel fiammeggiar degli occhi, quella voce forte, quel piglio di cazzottatori. […] Alzate il bicchiere: mirate come il Lambrusco splende vermiglio in un raggio di sole! È il vino della libertà, il vino dell’uomo libero».